Commentando la risposta a un’interrogazione presentata all’ultimo consiglio comunale, ho valutato positivamente la possibilità, dimostrata dal sindaco, di far rimuovere l’antenna telefonica sulla rotatoria Filzi / Saronnese ad agosto 2018, cioè alla scadenza del contratto stipultato fra gestore telefonico e comune di Legnano.
L’antenna è stata più volte oggetto di lamentele e petizioni da parte dei residenti del rione Olmina, si trova in vicinanza di scuole, e occupa suolo pubblico a fronte di un canone di locazione basso, che i vecchi legnanesi definirebbero ironicamente “murüra d’i fràa” (elemosina dei frati). Perchè il comune deve farsi carico di una struttura che i cittadini non vogliono, per di più a fronte di un affitto modesto?
Dopo che in consiglio comunale si era espressa la possibilità di far rimuovere l’antenna, oggi sono in corso lavori per il suo ampliamento! (nella foto).
Ognuno si faccia la propria idea …
Archivio dell'autore: Stefano
E l’antenna raddoppia
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Legnanello e Olmina, anche lì ci sono problemi
Dai rioni Legnanello e Olmina generalmente non si alzano voci di protesta. Ma i problemi ci sono anche in queste zone.
Per sollecitare una maggiore attenzione da parte del’amministrazione comunale, oggi ho presentato un’interrogazione a nome del gruppo consiliare “Per Legnano”
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Ben 44 multe! Nessuno si è accorto?
I dati che ho ricevuto dalla Polizia Locale relativamente alle sanzioni comminate per violazione del divieto di transito sul peduncolo di via Liguria sono impressionanti. Dal 16 ottobre 2015 al 7 febbraio 2016 sono state elevate 6.741 sanzioni, alcuni veicoli sono stati sanzionati più volte (uno addirittura ha ricevuto 44 verbali!)
Nessuno si è accorto del fatto che alcuni veicoli continuavano a essere sanzionati? Sanzioni lecite, ma probabilmente comminate a persone che andavano in ospedale e non a divertirsi! Quanto meno bisogna potenziare la segnaletica.
Resta poi il problema di fondo: è giusto che una strada pagata con i soldi di tutti, che porta in un ospedale, sia interdetta al transito ad eccezione di alcuni? E se replicassimo la situazione su altre strade della città dove i residenti reclamano tranquillità?
>>> L’interrogazione che ho presentato oggi a nome del gruppo consiliare “Per Legnano”
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Un blitz test andato male
L’editoriale dell’ultimo numero della rivista Polis è passato pressoché inosservato. Con un minimo di acume si capiva subito che era un “blitz test”, un profluvio di attacchi e provocazioni per suscitare reazioni e far esporre qualcuno.
Visto che Franco Brumana ha espresso delle sacrosante considerazioni non rinuncio, con un po’ di dispiacere visti i trascorsi in Polis, a prendere le distanze e a porgermi qualche domanda.
Il target di Polis non è il legnanese medio, al quale generalmente questa associazione è sconosciuta. Polis punta al mondo politico, infila da sempre i suoi uomini nei partiti e nelle liste che si candidano a Palazzo Malinverni, raggiungendo il top con l’elezione a sindaco di Alberto Centinaio.
Che delle persone preparate si mettano a servizio in politica va bene, ne abbiamo bisogno. Quello che è inaccettabile è non metterci mai la faccia in prima persona e stare nelle retrovie a sputare sentenze, approfittando di partiti e liste che ingoiano tutto pur di non scontentare l’associazione che esprime il sindaco.
E’ mai possibile che PD, Insieme per Legnano, RiLegnano, Italia dei Valori accettino in silenzio di essere definiti quasi inesistenti? Devo dare ragione a chi afferma che, di fatto, a Legnano il vero partito che sta al governo della città è Polis?
Attenzione poi a bollare altri come mancanti di strategia. Ogni buon direttore di cantiere mette una recinzione che non fa vedere cosa succede all’interno, e al termine dei lavori i risultati possono essere strabilianti. Piuttosto, dica Polis che obiettivi ha per le elezioni 2017, anziché chiederlo agli altri. Questa coalizione ha lavorato bene? Ha saputo tener fede al programma sul quale ha ottenuto la fiducia dei legnanesi?
Quanto a pesanti attacchi che si sono levati contro la Chiesa all’interno della maggioranza, cosa dice Polis, che fra le altre caratteristiche meno note vanta anche una discreta “trasversalità parrocchiale”?
Le critiche possono essere anche costruttive, ma devono essere erga omnes, non ci si può voltare dall’altra parte quando sono scomode o quando si tratta di biasimare un uomo o una donna dei propri, magari quando usano o calpestano le persone!
Da ultimo non rinuncio a una battuta. Proporrò un team di psicologi e di esperti in medicina del lavoro per soccorrere la giunta, secondo Polis “oberata di lavoro”. Anzi, consiglio di tenere la luce della sala giunta accesa anche di notte, a dimostrare che sono sempre lì a lavorare per i cittadini. Forse chi ha scritto una simile affermazione, evitando accuratamente di mettere nome e cognome, non ha la minima idea della giornata lavorativa media di un italiano.
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Viale Cadorna, un progetto per la sicurezza?
Parlando del progetto di riqualificazione di viale Cadorna, sono doverose due premesse.
Innanzitutto: a gennaio 2015 fu convocata un’assemblea pubblica in sala consiliare per descrivere i piani particolareggiati del traffico. La partecipazione fu decisamente scarsa, in molti lasciarono cadere un’ottima occasione per conoscere in dettaglio anche i progetti su viale Cadorna.
Bisogna poi ammettere che l’assetto di questa arteria che si intende realizzare fu, con tutta probabilità, sottovalutato in fase di approvazione del PGTU e dei relativi piani particolareggiati.
Ma veniamo a oggi: il progetto esecutivo per viale Cadorna è stato approvato dalla giunta comunale. A nulla sono servite le numerose lamentele che si sono levate in città, e nemmeno i molti dubbi che rispetto a quest’opera sono stati espressi dal consiglio comunale: l’amministrazione procede e non ascolta nessuno.
Rispolvero la mia proposta: perché non posare un new jersey provvisorio al centro di viale Cadorna e sperimentare per alcuni mesi un assetto che preveda una corsia per senso di marcia? Avremmo così un periodo di prova per poter valutare la reale utilità dell’opera, prima di spendere 570.000 euro.
Qualche dubbio sorge legittimamente. Che senso ha ridurre le corsie da due ad una per senso di marcia per “ottenere velocità di percorrenza di circa 45 km orari” (così dice la relazione del progetto esecutivo) ma poi affermare anche che ci sarà “la possibilità di transito in affiancamento di veicoli a patto che procedano a velocità moderata”? Chi è quel conducente che supera un TIR a bassa velocità? I mezzi pesanti chiunque cerca di tenerseli affiancati il meno possibile! Delle due, l’una: o si vuole far stare tutti incolonnati, perché il flusso veicolare sarà più che dimezzato (sulla corsia di sorpasso i veicoli procedono più rapidamente), o si vuole che tutto sia come adesso perché (forse) si potrà sorpassare ancora.
E i bus? A parte che quel golfo di fermata che si vuole creare in largo Baracca non sarà molto lungo, come faranno gli autobus a reimmettersi in un flusso continuo e ininterrotto come quello che si verrà a creare?
Mi viene davvero difficile pensare che questo progetto possa contribuire alla sicurezza. Quel cordolo centrale, soprattutto in caso di sorpassi azzardati, rischia di diventare una micidiale rampa di lancio verso i pali dell’illuminazione pubblica, che saranno posati al centro della carreggiata!
Per cortesia, prima di sbandierare il progetto per viale Cadorna come un contributo alla sicurezza, si rifletta bene. Se è vero che la politica deve saper ascoltare, perché non ripensarci come chiede buona parte della città, o quantomeno attuare una sperimentazione?
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Movibus, e Milano dove sta?
La vicenda sul probabile spostamento da Cadorna a Molino Dorino del capolinea di Movibus è a dir poco kafkiana.
Nella seduta della commissione consiliare Mobilità della città di Legnano dello scorso 25 novembre Movibus ha dichiarato di essere a fianco dei pendolari e di voler mantenere il capolinea in piazzale Cadorna. Ma l’azienda deve eseguire gli ordini che arrivano dall’ente che finanzia il servizio, cioè la città metropolitana di Milano.
A sua volta la ex provincia sostiene di non avere le risorse per garantire il servizio nei termini attuali a causa dei tagli da parte di regione Lombardia.
In questa paradossale situazione c’è un ente in palese conflitto di interessi, che è il comune di Milano. Qui entra in gioco la legge che ha istituito in fretta e furia le città metropolitane per sbandierare l’abolizione delle province, dando di vita a degli enti nati morti. Il sindaco di Milano, che pur essendo eletto dai soli milanesi è anche sindaco di tutta la città metropolitana, ben si guarda dal prendere posizione a favore dei pendolari che provengono da fuori le mura meneghine. Ricordiamo al primo cittadino di Milano che non deve pensare solo all’ATM, il diritto alla mobilità va garantito a tutti i residenti della città metropolitana. Di sicuro gli introiti di ATM aumenterebbero obbligando chi arriva dall’Alto Milanese a salire sulla M1 a Molino Dorino, ma è questo il modo per agevolare lavoratori e studenti e disincentivare l’uso del mezzo privato?
Non possiamo che auspicare che il fronte dei sindaci del nostro territorio a difesa dell’attuale capolinea si allarghi e vada a farsi sentire dal sindaco di Milano, in città metropolitana e in regione Lombardia. E, perchè no, anche a Roma, visto che queste città metropolitane sono state volute da questo Governo.
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Buona fine, Legnano e … miglior impegno
Sta per iniziare il 2016, anno che inevitabilmente proietterà la nostra città nella campagna elettorale per le elezioni amministrative 2017.
Legnano, al pari di Roma e ogni altra comunità che debba essere governata, ha bisogno di buona politica. A distanza di un anno e mezzo dalle prossime elezioni, si sta preparando una nuova classe dirigente per Legnano? Si sono gettate le basi per una partecipazione democratica che coinvolga il più possibile i legnanesi nelle scelte attuali e future?
Creare una classe dirigente significa affidare la città a persone competenti, disinteressate, che abbiano a cuore il futuro dei legnanesi. Non può essere la fiducia personale l’unico metro di misura per la scelta di chi deve stare nella stanza dei bottoni. Non si possono affidare ruoli esecutivi a chi non ha mai ricoperto nemmeno per un giorno la carica di consigliere comunale. Quella delicata e complessa macchina che è Palazzo Malinverni ha bisogno di persone che la conoscano nei suoi particolari, che entrino in punta di piedi, che non si comportino come chi si mette al volante senza patente. La città deve essere governata dalla politica, quando questa manca inevitabilmente si può solo sperare che tecnici e burocrati siano bravi nell’attuare gli indirizzi di governo. Politica significa: elaborazione di idee da proporre alla città, non mera esecuzione di ordini di partito; rispetto e ascolto, e non sfottò, segregazione o vendette contro chi ha proposte diverse; partecipazione, della quale il bilancio partecipativo sia solo un tassello. E non c’è partecipazione se il primo escluso dalle scelte importanti è il consiglio comunale, nel quale ci sono quei 24 che sono le “antenne” della città e ne riportano in aula i bisogni.
Quale augurio migliore possiamo fare alla nostra città se non quello che il nuovo anno sia quello dell’impegno per costruire il futuro di Legnano?
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Quei partiti taxi
Così scrive Antonio Polito nel fondo di oggi sul “Corriere”: “In tutto l’Occidente sono i partiti i luoghi della selezione del ceto di governo, l’arena in cui studiano, fanno pratica, competono per il consenso, affinano idee, incontrano competenze, costruiscono un programma, imparano a non essere soli e a rispondere a una comunità, che li controlla e li vaglia a lungo prima di affidarsi a loro. Questi partiti in Italia non ci sono più. Il nostro Paese è una federazione di uomini soli al comando.”
Difficile dargli torto. Aggiungiamo pure che alcuni partiti, a tutti i livelli, dal nazionale al locale, sono dei taxi per uomini soli per raggiungere le cariche ambite. E, ovviamente, un partito che a livello nazionale è un comitato elettorale ad personam lo sarà anche a livello locale, con ciò che inevitabilmente ne consegue: familismo, verticismo, conformismo, cricca, mancanza di dialogo e di idee. Tutto ruota intorno al capo: lui decide e il partito si adegua.
Non dovrebbe essere il contrario?
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Giudice di Pace, guastatori all’opera
Dopo aver mal digerito il consiglio comunale fatto convocare a fine luglio dalle minoranze, pare che l’amministrazione comunale le stia pensando tutte per far saltare il ritorno dell’ufficio del Giudice di Pace a Legnano. Ora spunta una richiesta di parere alla Corte dei Conti, nella quale si ventila la possibilità di recedere dalla richiesta. Il consiglio comunale ha deciso alla quasi unanimità che in città ci deve essere questo importante servizio di giustizia, anche le forze politiche di maggioranza non possono stare a guardare e devono pretendere che venga osservata la decisione del consiglio comunale. Dopotutto si spera che chi dice di amare Legnano non voglia far diventare la nostra città una periferia metropolitana senza servizi per imprese e cittadini! Perché i molti altri comuni che hanno chiesto il ripristino dell’ufficio del Giudice di Pace non si sono posti tutti questi problemi?
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Comunicazioni, verba volant
All’inizio del consiglio comunale spesso si fanno le cosiddette “comunicazioni”: ogni consigliere richiama l’attenzione su alcune tematiche. Purtroppo queste dichiarazioni di inizio seduta restano spesso lettera morta, e allora riporto di seguito molto sinteticamente le comunicazioni che ho espresso in aula ieri sera.
1) Riflettiamo sui tanti legnanesi che si rivolgono ai servizi sociali per avere un aiuto economico e si sentono rispondere “non ci sono soldi”. Ci sono molti anziani che faticano a pagare le bollette del gas e che per dignità non chiedono aiuto. Non è accettabile.
2) La Coppa Bernocchi è una gara che fa parte dell’identità di Legnano. Quindi deve continuare a svolgersi senza alcun dubbio, ma a livello di enti superiori si valuti la possibilità di far svolgere questa gara in una giornata che meglio si adatti alle esigenze viabilistiche di questo territorio.
3) Porto all’attenzione del consiglio alcune problematiche relative ad Amiacque, il cui presidente è espresso dal PD, nella quale il Comune di Legnano è un socio importante. Ad esempio:
– Legnano è rimasta per ben due notti senza acqua potabile, da quando Amiacque gestisce il servizio idrico in città
– Amiacque impedisce di chiudere i rubinetti a monte dei contatori. Perché? Durante l’inverno, in caso di inutilizzo prolungato dell’acqua, si è costretti a lasciare il contatore in pressione, e può esplodere con spese a carico dell’utente. Quale motivazione tecnica ha questa norma?
– Perché sono stati mandati i letturisti durante la settimana di Ferragosto, quando notoriamente è difficile accedere alle abitazioni per leggere i contatori? Amiacque è a capitale pubblico, sono soldi nostri, tanto come cittadini quanto come utenti paganti.
4) Insistiamo affinchè si prendano in considerazione i problemi dei pendolari di Movibus e Trenord. Perché la consigliera delegata della città metropolitana Arianna Censi (PD) non risponde agli utenti Movibus che chiedono di non spostare il capolinea dei bus diretti a Molino Dorino? I disagi dei pendolari Trenord si sono aggravati, i sindaci insistano a presentare istanze a Regione Lombardia e, a questo punto, interessino qualche parlamentare.
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