Sta per iniziare il 2016, anno che inevitabilmente proietterà la nostra città nella campagna elettorale per le elezioni amministrative 2017.
Legnano, al pari di Roma e ogni altra comunità che debba essere governata, ha bisogno di buona politica. A distanza di un anno e mezzo dalle prossime elezioni, si sta preparando una nuova classe dirigente per Legnano? Si sono gettate le basi per una partecipazione democratica che coinvolga il più possibile i legnanesi nelle scelte attuali e future?
Creare una classe dirigente significa affidare la città a persone competenti, disinteressate, che abbiano a cuore il futuro dei legnanesi. Non può essere la fiducia personale l’unico metro di misura per la scelta di chi deve stare nella stanza dei bottoni. Non si possono affidare ruoli esecutivi a chi non ha mai ricoperto nemmeno per un giorno la carica di consigliere comunale. Quella delicata e complessa macchina che è Palazzo Malinverni ha bisogno di persone che la conoscano nei suoi particolari, che entrino in punta di piedi, che non si comportino come chi si mette al volante senza patente. La città deve essere governata dalla politica, quando questa manca inevitabilmente si può solo sperare che tecnici e burocrati siano bravi nell’attuare gli indirizzi di governo. Politica significa: elaborazione di idee da proporre alla città, non mera esecuzione di ordini di partito; rispetto e ascolto, e non sfottò, segregazione o vendette contro chi ha proposte diverse; partecipazione, della quale il bilancio partecipativo sia solo un tassello. E non c’è partecipazione se il primo escluso dalle scelte importanti è il consiglio comunale, nel quale ci sono quei 24 che sono le “antenne” della città e ne riportano in aula i bisogni.
Quale augurio migliore possiamo fare alla nostra città se non quello che il nuovo anno sia quello dell’impegno per costruire il futuro di Legnano?